Cosa vedere a Porto Recanati: feste, eventi e monumenti

Porto Recanati costituisce da sempre uno dei centri balneari più rinomati della costa Adriatica Marchigiana. Da alcuni anni è anche bandiera blu grazie alle attente politiche ambientali. Il lungomare completamente pedonale è il naturale ritrovo per lo struscio serale delle migliaia di turisti che affollano in estate questo antico Borgo marinaro divenuto nel tempo località turistica apprezzata e conosciuta in tutta Europa. La tradizione marinara ha contribuito al trasferimento sulla tavola e quindi sulle prelibatezze gastronomiche le antiche tradizioni ,spicca su tutti il Brodetto di Porto Recanati, una zuppa di pesce  di cui la città possiede una delle quattro ricette tipiche marchigiane insieme ad AnconaFano e S.Benedetto del Tronto.

Per chi amanon solo l’aspetto Turistico-balneare, Porto Recanati è in grado di offrire importanti testimonianze della sua antica storia. Nella Piazza principale, ad esempio, è possibile ammirare il Castello Svevo, costruito per difendere la popolazione dagli assalti dei pirati. Nella zona sud del territorio Comunale, lungo la strada Statale 16 si trova la zona archeologica della città Romana di Potentia, nella quale si trovano resti di alcuni edifici. Nella Valle di Scossicci sorge la chiesetta della Banderuola, costruita dove secondo la tradizione, La Santa Casa (custodita nel Santuario di Loreto) sostò per la prima volta durante la sua traslazione in Italia. Per finire L’antichissima Abazia di Santa Maria in potenza fondata dall’ordine dei crociferi nel XII secolo.

La Festa del Mare
Una delle feste più caratteristiche di Porto Recanati è quella che si svolge nella seconda domenica di Luglio, quando i pescherecci del luogo sfilano in solenne processione nel tratto di mare antistante il paese. Il peschereccio designato a guidare la processione ospita il quadro della Madonna con Gesù bambino in braccio. Secondo la tradizione, la tela è stata trovata in una cassa in fondo alla rete di un pescatore salvatosi miracolosamente dalla tempesta; per questo motivo è divenuta simbolo di protezione per i pescatori.

La Bara de Notte
Porto Recanati
celebra il Venerdì Santo con una processione particolare, la cui data di nascita ufficiale risale al periodo tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo.Tale processione trae origine dalle sacre rappresentazioni medievali, consistenti nella rievocazione della vita dei Santi o di episodi salienti della vita di Cristo, tra cui, soprattutto la Crocifissione.Il simulacro del Cristo Morto viene calato dalla croce e collocato sopra la bara.Quindi all’ Ave Maria, inizia la processione, aperta dalla grossa croce di legno.Attorniata da una densa folla di devoti, procede la pesante bara,  sostenuta da ben dodici pescatori, seguiti dalle loro donne che intonano canti tradizionali, particolarmente suggestivi. Altri tre pescatori, scalzi e incappucciati, indossano due tuniche nere ed una bianca: essi rappresentano il Cristo ed i due ladroni. Chiudono la processione i figli dei pescatori, sorreggendo una portantina con tre statue rappresentanti la Madonna, S. Giovanni e Maria Maddalena. Il percorso, che si snoda dalla Chiesa patronale alla piazza principale del paese non può essere assolutamente cambiato, neanche in caso di mal tempo; la mancata uscita della Bara dalla chiesa o la riduzione del tradizionale itinerario sono considerati di cattivo auspicio dai portorecanatesi.

Palio Storico di san Giovanni
Il Palio Storico di S. Giovanni si svolge ogni anno ad agosto nell’ambito delle feste dedicate al santo Patrono del paese. Esso consiste in una gara tra sette quartieri di Porto Recanati, ognuno dei quali organizza una ciurma di sciabegotti (pescatori che usano un sistema di pesca particolare : ” la sciabica” ) i quali devono trasportare il pesce sulle coffe ( ceste di vimini) impiegando meno tempo possibile e stando attenti a non perderne il contenuto. Con questa manifestazione,completata da sfilate con i costumi tipici portorecanatesi e cena a base  di pesce nei diversi quartieri, si vuol revocare il passato, quando il trasporto del pesce dalla spiaggia ai compratori avveniva manualmente;i pescatori più giovani, che dovevano arrivare a destinazione in maniera più veloce possibile per combattere la concorrenza, portavano il pesce sulle coffe disposte a due a due su un bastone.

Monumenti e chiese

L’Abbazia di Santa Maria in Potenza
L’Abbazia, fondata dall’ordine monastico dei Crociferi nel Xii secolo, sorge a circa 3 Km dal centro cittadino, in località Santa Maria Potenza , in una suggestiva cornice costituita da vegetazione incontaminata nella quale la struttura spicca in tutta la sua elegante imponenza. L’abbazia, eretta in prossimità della colonia romana Potentia, al tempo ormai sepolta dall’oblio, sulla parte sinistra dell’asta terminale del fiume Potenza, il cui corso in età medievale  si svolgeva in quelle terre, nel corso dei secoli acquista importanza e giunge a possedere la giurisdizione di un’ ampia porzione di territorio. L’attività di bonifica attuata dai monaci, di costruzione di strutture, mulini , strade, si associa a quella di ospitalità per viandanti e pellegrini diretti al santuario mariano di Loreto, fino al 1656, quando l’ordine monastico dei crociferi viene soppresso. In seguito l’abbazia diviene di proprietà di vari prelati, e poi concessa nel 1794 ai monaco cistercensi. Le temperie politiche di quegli anni, però , vedono l’abbazia cadere nelle mani del Vicerè d’Italia Eugenio di Beauharnais, per poi divenire proprietà della famiglia Borghese.Oggi l’Abbazia è proprietà di privati, e la visita è consentita previa prenotazione.Suggestiva è la cripta sottostante il piano di campagna, nella quale, oltre al soffitto voltatto su colonne con capitelli originali, spicca sull’altare un magnifico trittico realizzato dal pittore marchigiano Cesare Peruzzi, con al centro la Madonna patrona e titolare del luogo,da un lato San Bernardo istitutore dell’ordine Cistercense che per ultimi ufficiarono l’abbadia, e dall’altro Sant’Antonio abate patrono di quelle campagne.

Piatti tipici di Porto Recanati

Il Brodetto di Porto Recanati è una gustosa zuppa a base di pesce fresco dell’Adriatico: una ricetta resa unica e particolare dall’assenza del pomodoro e dall’impiego della zafferanella (polvere di zafferano selvatico ottenuta da una pianta locale). Nato come cibo tradizionale delle giornate di pesca, e dunque conosciuto più che altro come piatto povero, il Brodetto è stato rivalutato solo negli ultimi decenni;se in precedenza la preparazione prevedeva l’impiego del pesce rimasto invenduto al mercato, o perché si trattava di specie di scarso pregio o perché di esemplari dalle dimensioni limitate, recentemente si è scelto di valorizzare la ricetta con l’aggiunta di pesce a carne bianca, molluschi e crostacei.Il piatto è ottimamente accompagnato da alcuni vini tipici della zona, come il Rosso Conero e il Verdicchio di Matelica, noti ed apprezzati non solo in Italia.A questa specialità è dedicata la ” Settimana del Brodetto “, una delle più importanti manifestazioni portorecanatesi, nel corso della quale è possibile degustare la pietanza a prezzi concordati, presso alcuni ristoranti della cittadina.

Il Pane Nociato: è una tipicità diffusa in diverse aree delle Marche, tra le quali figura anche il territorio di Porto Recanati. Si tratta di un pane fragrante e saporito, prodotto solitamente dai panettieri nel periodo autunnale. A renderlo speciale e molto gradevole al palato è l’unione di ingredienti come il pecorino, il parmigiano, il pepe, le noci e l’uva passa.

La storia dell’antica potentia

La colonia romana di potentia venne fondata nel 184 a.C. La scelta del sito fu determinata da una serie di fattori, come la disponibilità di terre fertili, la vicinanza con lo sbocco di una vallata che costituiva un’importante via di collegamento tra l’Adriatico e il Tirreno, la presenza di una foce fluviale utilizzabile come scalo portuale.

Nel 56 a.C. un fenomeno sismico di grande intensità si abbatté sulla comunità causando morte e distruzione.La notizia, tramandata da Cicerone, è stata confermata dal ritrovamento di ceneri e carboni,misti a frammenti di materiali ceramici attribuiti a quell’epoca.
La città, difesa da una cinta muraria, occupava una superficie di 162.000 mq.L’area archeologica è situata a sud del fiume Potenza, a 3,5 km circa dal centro abitato di Porto Recanati. Gli scavi effettuati nella zona centrale dell’impianto urbano hanno portato alla luce un tempio su podio ascrivibile al II secolo a.C., in cui si deve riconoscere il Capitolium citato da Livio; la struttura, circondata su tre lati da un ambulacro porticato, doveva essere dotata di una gradinata di accesso a sud. A nord del muro perimetrale del portico si estende uno spazio, anch’esso porticato, nel quale è possibile riconoscere il macellum, isalente con ogni probabilità all’età augustea; nel lato meridionale sono inglobate le tabernae repubblicane, ambienti quadrangolari in cui erano sistemate le botteghe del mercato. Contigui alla parete orientale del portico sono visibil i resti di un manufatto denominato ” edificio est 2, per il quale, in considerazione della presenza di una vasca frigidarium, è stata ipotizzata una funzione di tipo termale; gli ambienti, di differenti dimensioni e raccordati da corridoi, presentano pareti affrescate e pavimentazione a mosaico.

La necropoli si sviluppa al di fuori del circuito difensivo in direzione nord e si estendeva su oltre 7000 mq. di terreno, costeggiando l’antico tracciato litoraneo diretto verso Numana ed Ancona.L’area in questione, situata in località ” Pineta ” (periferia sud di Porto Recanati), ha restituito 357 sepolture, 129 delle quali a cremazione e 228 ad inumazione, in fossa con copertura di tegole o alla cappuccina.Il sito fu utilizzato nel periodo compreso tra il II secolo a.C. ed il IV secolo.Lo studio dei correi funerari,lascia intendere che furono agricoltori, artigiani e piccoli marcanti a formare il gruppo sociale a cui la necropoli fu destinata.